Grado
non poteva esimersi dall'entrare nella “spinosa” questione del
Gay Pride.
Premesso
che siamo ancora un paese libero e di conseguenza qualsiasi
manifestazione del proprio pensiero è lecita, per fortuna. Magari
sui modi potremmo anche discuterne perchè abbiamo visto spesso che
questo tipo di manifestazioni avevano più il sapore di una
carnevalata di cattivo gusto che una manifestazione a difesa del
diritto di essere diversi. Non dobbiamo aver paura di usare il
termine diversi perchè lo stabiliscono le leggi della natura sulle
quali c'è poco da disquisire. Ovviamente da esseri evoluti riteniamo
ormai imprescindibile difendere il concetto che diverso non è
sinonimo di inferiore.
Fatta
questa doverosa precisazione veniamo alle prese di posizione del
nostro vicesindaco e del suo “superiore” Raugna. Voglio spiegare
a questa manica di disoccupati che amministra il nostro Comune che
non si diventa fighi facendo il contrario di quello che fanno sindaci
molto più autorevoli come Cisint e Dipiazza. Non ci si alza la
mattina e siccome il sindaco di Trieste starnuta tu rutti.
Le
scelte e le decisioni che prendi si ripercuotono sui cittadini e nel
caso di Grado, secondo polo turistico regionale, anche sull'intera
economia che regge il paese. Già il fatto che il giovane vicesindaco
ipotizza di ospitare a Grado il Gay pride, denota che a lui non
gliene frega nulla di uno dei periodi più redditizi della stagione
turistica. Vi immaginate al culmine della presenza dei nostri clienti
austriaci, a Pentecoste, la citta invasa da strani personaggi
colorati con le grazie al vento? Certo se avesse un albergo, un
ristorante o se almeno sapesse cosa vuol dire avere un'attività
legata all'economia turistica l'atteggiamento sarebbe molto diverso.
Purtroppo
la totale mancanza di una visione di rilancio del paese non si
nasconde con sparate come quelle sul Gay Pride. Ti hanno mostrato su
Rai 3, va bene, ma questo non vuol dire che sei un politico capace.
Chiediti piùttosto cosa hanno pensato i tuoi concittadini dopo
averti visto. Io qualche commento l'ho sentito e se fossi in te non
ne andrei proprio tanto orgoglioso (proud).