martedì 19 febbraio 2019

AUMENTI GIT – UN'OPERAZIONE MALDESTRA




Grandi novita per la spiaggia della GIT. Già così fa ridere, se poi si approfondisce il concetto di GRANDE, nel caso della GIT scopriamo che GRANDE ha un'accezione negativa. Certo che aumentare i prezzi prima ancora di aver migliorato i servizi sembra una GRANDISSIMA stupidaggine. Faccio una parentesi per chiarire che l'aver agevolato i residenti nelle tariffe non è nessun atto di bontà ma semplicemente è stata ripristinata una regola che esisteva da sempre e che qualche anno fa qualche pirla ha pensato di eliminare.
Veniamo un po' agli aumenti ingiustificati. Il biglietto di ingresso passa da 2 euro a 3 euro. Non sono un matematico ma dovrebbe... corrispondere ad un aumento del 50 % a fronte di un'offerta identica a quella dell'anno scorso se non peggiore. Già il biglietto di ingresso, da sempre, è stato mal digerito dal turista e spesso è stato oggetto di critiche anche mezzo stampa; invece di eliminarlo e allinearci a tutte le altre località balneari il nostro genio nonché amministratore delegato lo aumenta del 50%. Potremmo dire un pessimo biglietto da visista? Sperando poi di non assistere alle file sotto il sole patite dai turisti lo scorso anno quando il sistema delle casse andava in tilt ad ogni piè sospinto.
A difesa i vertici della GIT potrebbero sostenere che il prezzo degli ombrelloni e lettini non è stato aumentato. Vero ma erano già più cari in partenza. Ad esempio, durante il weekend a Jesolo un ombrellone di prima fila con due lettini costa 24 euro al giorno, uno stagionale 920 euro. A bibione 22,50 euro al giorno e 1165 lo stagionale sempre di prima fila. A Grado 29 euro al giorno e 1881 euro lo stagionale. Meglio non addentrarci sulla qualità dei servizi in spiaggia, il confronto con le altre località sarebbe impietoso.
Pensare che le migliori e più esclusive spiagge in Italia non fanno pagare l'ingresso ma selezionano la clientela proprio con i servizi offerti. Se il Bagno Piero non pubblica su internet i prezzi vuol dire che per la SUA clientela non è l'euro il problema ma il servizio. Stranamente però non fa pagare il biglietto d'ingresso.
Non ci vuole un genio del marketing o dell'informatica per fare un giro sui siti internet dei bagni più famosi e capire che siamo alla preistoria dell'offerta turistica.


Possiamo concludere che se il rilancio del nostro turismo passa attraverso l'aumento dei prezzi e non attraverso l'aumento della qualità dei servizi, la via imboccata è decisamente quella sbagliata.
In tutto questo, però, la cosa che spaventa di più è l'assordante silenzio degli operatori. In altre località decisioni maldestre come quelle prese dai vertici GIT sarebbero state stigmatizzate in primis proprio dagli operatori turistici, quelli che hanno le loro sorti legate a doppio filo a quelle della soddisfazione del turista.
Gli albergatori muti perchè “loro” i listini li trattano in privato direttamente con i vertici Git e qui chiudiamo...


P.S.: interessanti anche i commenti dei lettori de Il Piccolo apparsi sul sito del quotidiano a corollario di quanto pubblicato qualche giorno fa.



sabato 2 febbraio 2019

NON SANNO CHE PESCI PIGLIARE


Intervento sperimentale a supporto della vallicoltura tradizionale e dei valori naturali della laguna”

E' con questa frase che l'assesseore Gaddi giustifica lo spreco di un milione e seicentomila euro, di questi quasi cinquecentomila di fondi comunali. Il riferimento è a quanto pubblicato oggi dal quotidiano Il Piccolo.
Non sanno proprio che pesci pigliare è il modo migliore per definire questa scelta sconsiderata.
La valle Mezzano è ormai da considerare “persa”, da un lato perchè la ricostruzione è onerosissima e da un altro per lo scarissimo interesse che può avere dal punto di vista dell'allevamento ittico. Con tutte le emergenze che ci sono in laguna Gaddi & co. hanno scelto il meno opportuno.
Sarebbe fin troppo facile concentrare gli sforzi sullo scavo dei canali di collegamento tra i vari bacini lagunari. Sarebbe troppo facile scavare le cavane di decine e decine di casoni “comunali”. I CWC invece scelgono la via della sperimentazione. Sperimentazione che nessuno dei portatori di interesse in laguna ha chiesto.
Volendo” tentare l'ennesima sperimentazione, nella speranza di trovare soluzioni applicabili sulle altre realtà vallive di Grado, andrebbe fatta dove le condizioni sono maggiormente favorevoli e non dove la logistica e la mancanza di energia elettrica assorbirebbero buona parte delle risorse.
Volendo”, la sperimentazione potrebbe essere fatta in valle Cove che oltre ad essere raggiungibile via terra è facilmente rifornibile di energia elettrica, elemento indispensabile per qualsiasi tipo di attività di allevamento. Altra possibilità potrebbe esserci in valle Artalina, una delle poche realmente in produzione. Invece il genio della vallicoltura nonché assessore all'ambiente decide di sperimentare in un luogo che attualmente non è nelle condizioni di poter accogliere alcun tipo di attività. Ditemi voi se c'è un altro modo più inutile di sprecare denaro pubblico.
Purtroppo quando un assessore si occupa di problematiche che non conosce nemmeno per sentito dire questi sono i risultati.
Volendo poi essere rigorosi una scelta del genere, a mio avviso, va ben oltre il concetto di danno erariale.