Ennesimo colpo di grazia al turismo
gradese. Dopo la lenta e inesorabile sparizione degli alberghi di Grado, dopo
il decadimento dell’offerta commerciale con l’insediamento di numerosi negozi “etnici”,
ora tocca alla categoria che negli ultimi anni aveva dato segnali di una certa
vivacità: la ristorazione. A Grado
esiste una malcelata soddisfazione nel vedere andare a puttane tutto quello che
funziona. Il nostro parroco tempo fa l’aveva chiamata invidia questo sentimento
che governa il paese, io lo chiamo masochismo. Come diceva Nanni Moretti in un
famoso film: “continuiamo così, facciamoci del male”. Vedere quasi un intero Consiglio Comunale
votare aria fritta con l’obiettivo di non urtare la sensibilità della
Sopraintendente Arch. Picchione mi fa venire il vomito. Poi analizzando bene la
composizione del Consiglio mi sono accorto che nessuno di loro è coinvolto
nella vicenda “tende” come non erano coinvolti nella vicenda alberghi i loro
predecessori. Scusate ma qui ho detto una cazzata, i loro predecessori sulla
vicenda alberghi erano coinvolti ma stavano dall'altra parte della barricata e
qualcuno di loro siede ancora in Consiglio Comunale. Ma forse anche qui per motivi contrapposti
tutti quelli che hanno votato hanno interesse
a non indispettire la sopraintendente. Libera perché la vede come
salvatrice della patria per aver bocciato la Grado 3 e per aver tolto di mezzo
le tende che davano fastidio al loro braccio armato. Per ragioni opposte la
maggioranza e il PD che come a livello
nazionale si inciuciano per il bene del paese. Ora mi spiego meglio, anche loro
hanno tutto l’interesse a non indispettire l’arch. Picchione perché da un lato
sperano in un ravvedimento sulla Grado 3 ma dall'altro sperano di avere dalla
Sopraintendenza un benevolo accoglimento dell’ultimo scempio al territorio
gradese, il parcheggio “SOPRAELEVATO” di piazza Carpaccio. Questo argomento
però ve lo lascio alla prossima puntata essendo molo più sugoso. Concludendo, per
l’ennesima volta i giochetti da volgare consorteria vanno a danneggiare l’ultima categoria di operatori turistici che
dava ancora segni di vita e il paese sotto sotto se la gode perché tanto “gno
figio lavora a Villesse”. Questo amore per la tanto amata isola che viene
sbandierato a ogni piè sospinto io lo definirei in un altro modo. L’isola sta
morendo e questo amore non è altro che necrofilia.
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