lunedì 10 giugno 2019

GIT IN TILT



Non è il titolo di una canzone di Sfera Ebbasta ma la dura realtà gradese. Ieri per la terza stagione consecutiva le casse della GIT non hanno retto la mole di lavoro domenicale. Come se l'affluenza domenicale estiva per Grado fosse qualcosa di imprevedibile e inaspettato.
Abbiamo assistito inermi a centinaia di turisti inferociti sotto il sole costretti a lunghe attese per poter “PAGARE” una domenica di sole e mare.
La causa purtroppo è molto semplice, da un lato un sistema software inadeguato, acquistato dall'amico dell'amico, che non ha mai funzionato a dovere. Dall'altro lato una dirigenza inadeguata e preoccupata solamente a garantirsi lo status quo. Se in tre stagioni la dirigenza non è riuscita a risolvere i problemi del sistema vuol dire che oltre alla sostituzione del sistema si rende necessaria la sostituzione della dirigenza. Non ci sono più alibi, era stato proposto un affiancamento con un tecnico che si occupasse di tutta l'informatizzazione della GIT ma la proposta è stata bellamente rifiutata. La GIT è un castello inespugnabile che garantisce rendite di posizione a molti ed è ovvio che l'intromissione di nuove risorse spaventa perchè potrebbe mettere a rischio anni di ruffianamenti con i vertici regionali e chili di Attak per assicurarsi meglio le poltrone.
Purtroppo a farne le spese è l'immagine turistica di Grado.
A contribuire al senso di fastidio dei poveri turisti che amano Grado c'è stato il blocco della translagunare che porta all'isola, per l'apertura del ponte girevole alle 10 circa del mattino. Risultato, strada bloccata e code quasi fino a Belvedere. Anche qui oltre a un regolamento sbagliato che consente l'apertura a richiesta in qualsiasi ora, c'è di mezzo anche la politica, strano vero? Si perchè il ponte “nuovo” si apre e si chiude in più del doppio del tempo di quello precedente di Mussoliniana memoria. Avvisati del problema alla presentazione del progetto in Casa Balilla se ne sono ben guardati dal tenerne conto, Serracchiani, Santoro e barattoli vari targati PD.
Così va a Grado... nel frattempo il nostro assessore al turismo invece di occuparsi dei problemi dell'isola pensa la al Gay Pride.

venerdì 7 giugno 2019

A PORDENONE ALAIN ELKAN E A GRADO I NANI DA GIARDINO


Ieri sera ho avuto il piacere di partecipare a due incontri di altissimo spessore a Pordenone in occasione della manifestazione “PordenonePensa”.
Nel primo si confrontavano il procuratore Carlo Nordio, il magistrato Arturo Toppan e l’avvocato Luca Ponti, intervistati dal conduttore televisivo Luca Telese sul tema dei grandi processi.

Nel secondo Giordano Bruno Guerri intervistava Alain Elkann famosissimo romanziere. Inutile dire l'apprezzamento del numerosissimo pubblico per il livello e la qualità degli interventi, il tutto accompagnato da un organizzazione a dir poco perfetta. Pensare che a Grado di queste cose se ne organizzava a decine quando la provincia di Pordenone doveva ancora muovere i primi passi e ora siamo ridotti al carnevale estivo viene da piangere.
Poi il brusco ritorno sull'isola e l'impatto con la cruda realtà
Oggi, incuriosito dall'articolo del quotidiano locale che pubblicizzava la “FIERA DEL BENESSERE” mi sono inoltrato per viale Regina Elena per dare un'occhiata. All'inizio ho pensato, stai a vedere che finalmente viene proposto qualcosa di interessante al posto del solito mercatino di ….... delle pulci, via. Invece a conferma della grezzura politica e amministrativa di chi ci governa mi ritrovo le solite bancarelle di bassissimo livello e che nulla hanno a che fare con il benessere del corpo e della mente. Non c'erano, per fortuna, le olive in fermentazione e il formaggio che sudavano sotto il sole come le altre volte ma erano degnamente sostituite dal “Pasticciotto pugliese” con annessa mescita vino. 

Non c'erano le pellicce usate di antica memoria ma un paio di bancarelle con abiti etnici degni di un centro per migranti gestito dalla caritas. Non c'erano i materassi in lattice che fanno miracoli per l'infertilità di coppia ma una non ben definita bancarella con vecchiette che riposavano conversando. Altre bancarelle di inutilità tipo la rosa finta ma vera o la bibita Afgana dai non ben chiari poteri. Ma l'attrazione della “Fiera” era sicuramente la bancarella dei nani da giardino. No non sto scherzando ci sono proprio i nani da giardino. A meno che qualcuno non mi spieghi le proprietà terapeutiche dei nani da giardino in questione, mi vedrò costretto a segnalare questo abuso al Fronte di Liberazione dei Nani da Giardino.


Questo purtroppo è il livello dei nostri amministratori ma il dramma vero è il silenzio assordante delle categorie imprenditoriali.