Non
è il titolo di una canzone di Sfera Ebbasta ma la dura realtà
gradese. Ieri per la terza stagione consecutiva le casse della GIT
non hanno retto la mole di lavoro domenicale. Come se l'affluenza
domenicale estiva per Grado fosse qualcosa di imprevedibile e
inaspettato.
Abbiamo
assistito inermi a centinaia di turisti inferociti sotto il sole
costretti a lunghe attese per poter “PAGARE” una domenica di
sole e mare.
La
causa purtroppo è molto semplice, da un lato un sistema software
inadeguato, acquistato dall'amico dell'amico, che non ha mai
funzionato a dovere. Dall'altro lato una dirigenza inadeguata e
preoccupata solamente a garantirsi lo status quo. Se in tre stagioni
la dirigenza non è riuscita a risolvere i problemi del sistema vuol
dire che oltre alla sostituzione del sistema si rende necessaria la
sostituzione della dirigenza. Non ci sono più alibi, era stato
proposto un affiancamento con un tecnico che si occupasse di tutta
l'informatizzazione della GIT ma la proposta è stata bellamente
rifiutata. La GIT è un castello inespugnabile che garantisce rendite
di posizione a molti ed è ovvio che l'intromissione di nuove risorse
spaventa perchè potrebbe mettere a rischio anni di ruffianamenti con
i vertici regionali e chili di Attak per assicurarsi meglio le
poltrone.
Purtroppo
a farne le spese è l'immagine turistica di Grado.
A
contribuire al senso di fastidio dei poveri turisti che amano Grado
c'è stato il blocco della translagunare che porta all'isola, per
l'apertura del ponte girevole alle 10 circa del mattino. Risultato,
strada bloccata e code quasi fino a Belvedere. Anche qui oltre a un
regolamento sbagliato che consente l'apertura a richiesta in
qualsiasi ora, c'è di mezzo anche la politica, strano vero? Si
perchè il ponte “nuovo” si apre e si chiude in più del doppio
del tempo di quello precedente di Mussoliniana memoria. Avvisati del
problema alla presentazione del progetto in Casa Balilla se ne sono
ben guardati dal tenerne conto, Serracchiani, Santoro e barattoli
vari targati PD.
Così
va a Grado... nel frattempo il nostro assessore al turismo invece di
occuparsi dei problemi dell'isola pensa la al Gay Pride.