Questa mattina ho partecipato in
qualità di Consigliere Comunale alla presentazione della Legge di Riordino
degli Enti Locali del Friuli Venezia Giulia. Un tema epocale per la nostra
regione ma soprattutto per Grado che da sempre ha recriminato una posizione
emarginata all’interno della provincia di appartenenza. Quante volte abbiamo
sentito dire: “ah se fossimo sotto la provincia di Udine come Lignano le cose
sarebbero diverse”? Ora si presenta per
Grado la grande occasione per essere protagonista di questa riforma e scegliere l’area di
appartenenza più congeniale al proprio status. Io personalmente mi auspico che
in qualche modo venga introdotto un criterio per riconoscere la specificità dei
comuni turistici regionali. E’ ovvio che
se all’interno di un ambito omogeneo
insisterà un comune turistico, proprio tanto omogeneo non sarà, di conseguenza la nuova legge dovrà tenerne
conto, si spera. Grado a breve sarà chiamato a decidere il proprio futuro.
Scelta non da poco se consideriamo che il peso di Grado all’interno di un ambito piuttosto che un
altro non sarà lo stesso. Ci saranno in compenso una serie di possibilità
riguardo sinergie e progettualità che se ben calibrate potranno
fare un salto di qualità in termini di efficienza amministrativa.
Veniamo al nocciolo della questione.
Grado sia geograficamente che logisticamente dovrà scegliere tra l’area
aquileiese, che storicamente e turisticamente la vede legata da sempre, o
quella monfalconese con la quale sinceramente non mi sembra che abbia molto da
condividere. E’ proprio su questo
terreno che si gioca la partita politica perché attualmente le segreterie
politiche si identificano territorialmente con la provincia di Gorizia, di
conseguenza perdere Grado per i partiti provinciali non è ammissibile. Ma per
Grado perdere i partiti provinciali che si ricordano dell’isola solo per la
Madonna di Barbana e un mese prima delle elezioni, rappresenta un problema?
Direi di no! A livello di segreterie
locali il pericolo è reale, vista la storica sudditanza dei partiti nei
confronti delle autorità sovraordinate. Non mi meraviglierebbe che ci fosse la
parata delle mezze calzette provinciali a convincere i gradesi che andare con l’area
di Monfalcone è l’unica cosa giusta da fare.
Il “diversamente decisionista” Sindaco Maricchio ha trovato il modo,
secondo lui, di pararsi il culo da questa inevitabile scelta con una mirabolante
idea, proponendo una terza via: Grado con
il Collio goriziano. Forse ha confuso la legge di riordino degli Enti Locali con la
manifestazione Cantine Aperte. Capisco
che tutti i progetti fantasticati durante le “cene” fatte nel “suo tempo libero”
potrebbero dissolversi come neve al sole ma riuscire a trovare un omogeneità
territoriale per unire sotto un unico ambito Grado, Romans, Gorizia, Cormons e
Giassico credo si possa tranquillamente
definire “FANTAPOLITICA”. Aldilà di
tutti questi ragionamenti il luogo ideale per discutere di questa epocale
scelta dovrebbe essere il Consiglio Comunale e non le “cene durante il tempo
libero”. Sarebbe stato sicuramente utile
anche ai consiglieri di maggioranza e agli assessori partecipare alla riunione
odierna, avrebbero evitato in caso di discussione su questo argomento di dire “GU”. Spero solo che la discussione in oggetto
non approdi in Consiglio Comunate troppo tardi e che eventuali suggerimenti
alla Regione giungano a cose fatte.
Tu va perduto, un vero rappresentante del Popolo. Gu!
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