legge regionale 12 dicembre 2014, n. 26 “Riordino del sistema
Regione-Autonomie locali nel Friuli Venezia Giulia. Ordinamento delle Unioni
territoriali intercomunali e riallocazione di funzioni amministrative”
Con la riforma degli enti locali si
è sprecata una grande occasione per rendere giustizia ai comuni turistici del
Friuli Venezia Giulia. Se pur
apprezzabili i motivi che hanno spinto l’attuale Giunta Regionale a porre mano
all’organizzazione degli enti locali non riesco a capire il perché di costringere i
comuni turistici come Grado, Lignano, Tarvisio e altri a unirsi a comuni
limitrofi che non hanno nulla a che vedere con le esigenze e le problematiche
di un comune turistico. Da anni sostengo
che Grado insieme agli altri comuni turistici deve battersi per un
riconoscimento giuridico ma soprattutto economico del proprio status. Ora La
Regione, in direzione opposta, prevede un taglio del 30% dei conferimenti per quei comuni che decidono di non unirsi ai
comuni limitrofi e scelgano la via di rimanere autonomi.
Tutto questo è assurdo se pensiamo che in termini di PIL Grado
rappresenta oltre il 20% del totale della provincia di Gorizia. In pratica
invece di dotare un comune turistico di risorse maggiori perché possa continuare
a produrre ed investire lo si penalizza tagliando le risorse. Per fare un
parallelo con l’agricoltura è come se in un frutteto andassimo a eliminare il
fertilizzante proprio agli alberi che producono più frutti. A dire la verità un timido tentativo di
riconoscere uno status privilegiato ai comuni turistici è stato fatto. Grazie ad
un emendamento presentato dal nostro (in senso Gradese e non di partito) Consigliere
Regionale Alessio Gratton, Grado dovrebbe godere di un voto in più nel caso
scegliesse di far parte di un ambito territoriale con i comuni limitrofi. Questo
è sicuramente apprezzabile ma rimane distante dall’esigenza di maggiori entrate e di totale autonomia che
ha un comune turistico. E’ oltremodo
triste che la tanto sbandierata vocazione turistica del Friuli Venezia Giulia
non trovi riscontro nelle politiche regionali, in
maniera estremamente miope continuano a trattare il settore turistico come
fanalino di coda delle attività produttive. Cito solo brevemente il
disinteresse della Regione e purtroppo anche del nostro sindaco sulla
fallimentare gestione della GIT. Di
inadeguatezza e non di disinteresse si deve parlare invece dell’operato del
nostro sindaco riguardo il riordino degli enti locali. La non disponibilità ad un confronto pubblico
su un tema così importante non è
sufficiente a nascondere la sua inadeguatezza, la sua mancanza di progettualità
e la sua mancanza visione per il futuro della nostra isola.
Concludendo, se mi dovessi trovare
in Consiglio Comunale a scegliere a quale ambito di comuni limitrofi dovrebbe
appartenere Grado, con una pistola alla tempia sceglierei ovviamente la bassa
friulana con Aquileia e gli altri comuni. Grado ha legami storici e culturali da
più di mille anni con Aquileia e ormai da molti decenni anche turistici. Non va
dimenticato che il legame con Aquileia va anche oltre le questioni
istituzionali visto che più di un migliaio di gradesi vive ormai da anni in
quel di Aquileia. Inventarsi legami con l’isontino paventando perdite di
contributi o disservizi per le forniture di rete credo sia demagogia di qualche
politico sfigato che pensa che senza i voti di Grado potrebbe perdere i l proprio
scranno dorato.
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