CINEMA
CRISTALLO – LA STORIA NON SI CANCELLA
A
Grado ci sono tantissimi edifici che trasudano storia. Camminando per
il centro storico le antichissime origini di Grado si sentono sulla
pelle. Le basiliche, il battistero, campo Patriarchi e tutto il
castrum sono la storia di Grado. Poi ci sono gli edifici simbolo
della rinascita di Grado come luogo di villeggiatura e di cura, le
ville Bianchi, le ville: Reale, Bernt, Erica e pochissimi altri
poiché la maggior parte è capitolata sul patibolo della
speculazione edilizia degli anni 60/70/80. C'è un edificio di epoca
più moderna che ha vissuto anni di particolare fermento artistico e
culturale, il Cinema Cristallo. Sicuramente è il luogo dove si sono
svolti gli eventi più importanti della storia gradese recente. Per
anni, oltre al ruolo di cinema aperto tutto l'anno, è stato sede di
attività culturali come le Settimane
Internazionali del Cinema, rassegne teatrali,
mostre di pittura. Nel 1995 ebbe grande successo internazionale la
rassegna cinematografica intitolata “Da Lumiere a Pasolini 100 Anni
di Cinema”. L'avvenimento che più ha legato la storia recente
della dell'isola al Cinema Cristallo è stato sicuramente il
Festival della Canzone Gradese, per anni proprio li è stato
ospitato l'evento più importante per la comunità dopo il Perdon di
Barbana.
Costruito
da un imprenditore illuminato come il sig. Pellegrini, il Cinema
Cristallo “è” parte integrante della storia di Grado. Ma come si
suol dire “corsi e ricorsi storici” perchè c'è un nome che
ricorre nella storia del Cinema Cristallo, quello di Fiorenzo
Facchinetti. Era lui in giunta in qualità di assessore agli inizi
degli anni 90 quando il Comune di Grado acquistò il cinema ed è
sempre lui che in qualità di capogruppo di maggioranza rappresenta
la compagine politica che vorrebbe eliminarlo. Strana coincidenza
vero?
Tutto
sommato l'acquisto del cinema fu una delle pochissime cose positive
che fece quella giunta, ma anche in quell'occasione non mancarono di
distinguersi per una gestione del denaro pubblico poco oculata.
Comperare un edificio vincolato a cinema, chiuso da diversi anni,
scarsamente appetibile per chiunque, pagandolo il 20% in più del
valore di perizia dell'ufficio tecnico comunale non la definirei
un'operazione molto intelligente. Si perchè il cinema era stato
valutato un miliardo e cinquecento milioni e il Comune invece ne pagò
trecento in più. Come mai? Non lo so... certo sarebbe interessante
sentire la versione dell'attuale capogruppo di maggioranza, magari
nella prossima seduta del Consiglio Comunale.
Purtroppo
questa manica di inadeguati che ci amministra, invece di
ristrutturarlo e cercare di riportare l'edificio agli antichi
splendori in modo da rivalorizzare l'intero viale ora agonizzante, ha
ben pensato di svilirlo riducendo i suoi spazi al pianterreno e abbandonare i volumi superiori alla più squallida speculazione edilizia.
La
mancanza di progettualità di questa giunta è drammatica.
Non mi si
venga a raccontare che una ristrutturazione costerebbe troppo. Con oltre undici milioni di euro di attivo di bilancio, poco meno di un milione
di entrata annuale di tassa di soggiorno e la possibilità
elevatissima di contrarre mutui, il Comune di Grado ne potrebbe
ristrutturare come minimo cinque di cinema. Per non parlare poi della
vendita di immobili inutili come l'ex comando vigili o l'ex sede
della Dogana. Hanno deciso di buttare letteralmente dal cesso un
milione e seicentomila euro, di cui quasi cinquecentomila di fondi
propri, per ristrutturare e fare sperimentazioni in valle Mezzano,
una delle valli più inaccessibili della laguna. Siamo alla follia.
Purtroppo
non sono i soldi quelli che mancano ma la testa. Ormai sono tre anni
che amministrano il nostro paese e nulla di qualitativamente
rilevante è stato fatto. Solo cose di piccolo cabotaggio che hanno
reso il paese sempre più triste.
Qualunque
cosa tentino questi maldestri amministratori non riusciranno a
distruggere uno degli edifici simbolo della cultura e del turismo
gradese.
Io
per primo, insieme agli amici della Lega, se necessario, mi farò
promotore di un'azione di contrasto energica che non si limiterà ad
una doverosa raccolta firme ma che coinvolgerà tutti i vari gradi
istituzionali a difesa del nostro cinema e della nostra storia.
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