Anche l’assessore Gordini ha
scoperto l’acqua calda. Invito fin da subito l’assessore a non perdere tempo
con ricerche di mie pubblicazioni scientifiche sui database di tutto il mondo perché
non ne troverà. A mia difesa però devo dire che non servono grandi studi
scientifici per scoprire che l’acqua calda ”SCALDA”. La cosa più sorprendente è che si debbano
pure spendere 150.000 euro di denaro pubblico per sperimentare che l’acqua
calda scalda…………. Ci sono due aspetti parecchio “spigolosi” in queste ultime
esternazioni dell’assessore all’ambiente. La prima è che anche in questo caso,
oltre a quello dei cormorani, ci sia la presenza dell’OGS società per la quale lavora.
Trovo la coincidenza decisamente imbarazzante. La seconda è che trivellare
nuovi pozzi per una sperimentazione quando nelle due più grosse valli di Grado,
Morgo e Noghera, se ne possono trovare a
decine e tutti con temperature superiori ai 30 gradi senza spendere una lira lo
trovo ridicolo. A meno che la scelta della valle, della quale non si fa il
nome, non sia proprio quella gestita dal papà della collega di giunta.
Sicuramente è un caso, ma che caso……………….. Anche in questo caso come quello del
ristorante per cormorani devo rievocare il grande Fantozzi per definire un
progetto come questo “una cagata pazzesca”. E ora se il lettore avrà ancora
pazienza cercherò di spiegare per i non
addetti ai lavori il perché. Partiamo dal presupposto che l’acqua calda SCALDA.
Per poter utilizzare questa risorsa onde evitare le morie di pesce nei periodi
invernali c’è la necessita di organizzare le fosse di sverno con determinate
caratteristiche che ovviamente divergono in modo sostanziale da quelle attuali.
C’è poi la necessità di costruire delle coperture per difenderle dal gelido
vento di bora e da altri eventi atmosferici tipicamente invernali. In caso di
un’abbondante nevicata senza un’adeguata copertura scaldare l’acqua sarebbe
come “pisciare contro vento”. Bene, detto ciò la domanda sorge spontanea, e
allora? Allora tutte queste cose nella nostra laguna, attualmente, non sono consentite. Sin dal primo
insediamento di questa giunta ho fatto presente che c’era l’urgenza di
affrontare il problema lagunare sia dal punto di vista edilizio-urbanistico sia
da quello regolamentare. La risposta dell’assessore è stata sempre la stessa:
in questo momento abbiamo altre priorità. Beh se le priorità sono quelle di
spendere dei soldi per scoprire l’acqua calda siamo ben messi. Nell’eventualità
che l’assessore si domandasse a che titolo sto parlando, non avendo
pubblicazioni scientifiche al mio attivo, faccio presente che parlo a nome di parecchi vallicoltori essendo
Vicepresidente della Cooperativa “Le Lagune”, Cooperativa che raggruppa valli
di Grado e di Marano. Al nostro interno abbiamo realtà come la Valle del
Lovo certificata EMAS che rappresenta un
fiore all’occhiello della vallicoltura del Friuli Venezia Giulia sia in termini
quantitativi che qualitativi. Ci sarebbe piaciuto molto poter dare il nostro
contributo in termini di esperienza sul campo in un settore difficile come
quello della vallicoltura ma purtroppo il nostro bacino elettorale è troppo
esiguo per destare l’interesse dell’assessore,
evidentemente l’OGS ha una marcia in più.
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