Oggi
tocca agli scienziati della GIT
A
Grado per fare le cose come vanno fatte basterebbe guardare al
passato, senza inventare nulla si troverebbero le soluzioni alla
maggior parte dei problemi legati al turismo.
Per
tantissimi anni gli ospiti della “spiaggia nova” hanno preso il
sole al largo, sulle zattere rosse.
Sicuramente la stragrande
maggioranza dei bagnanti non si è mai chiesta come mai i
galleggianti delle zattere erano di forma cilindrica. C'erano almeno
due motivi che giustificavano tale forma, il primo, perché i
cilindri offrivano meno resistenza alle forti mareggiate di scirocco,
il secondo perchè in autunno, essendo i cilindri montati su dei
perni, potevano tranquillamente essere tirate a riva trainate da un
trattore. Questo succedeva prima dell'avvento degli scienziati.
Poi
un bel giorno Mamma Regione decide di nominare un amministratore
delegato, come se un CDA e un direttore non bastassero per gestire
ombrelloni e sedie a sdraio.
Arriva
in pompa magna il plenipotenziario dott. Mauro Bigot, resosi famoso
per aver tappezzato la GIT di pubblicità del Tiare di Villesse e
dell'Outlet di Palmanova. Operazione spavalda grazie al fatto che il
dott. Bigot a Grado non possiede nemmeno un porta biciclette, avesse
posseduto un negozio di qualsivoglia articolo sicuramente si sarebbe
guardato bene dall'invitare i turisti gradesi ad andare a fare
shopping in altri luoghi.
Ma
torniamo alle zattere. Messe in pensione quelle rosse con i
galleggianti cilindrici, arriva la nuova zattera dal colore
indefinito ma con i galleggianti in cemento a forma di
parallelepipedo.
Già alla prima mareggiata se la ritrovano in
spiaggia, immediatamente si giustificano dicendo che gli ancoraggi
non erano adeguati e provvedono a rinforzarli. Arriva inesorabile il
mese di ottobre e la zattera deve essere tirata a riva e si scopre
che l'operazione non è possibile perchè i galleggianti in cemento
si romperebbero. Ma che problemi ci sono con un amministratore
delegato che ha un fratello proprietario di un porto nautico? Infatti
nessuno, la zattera viene trainata a svernare nell'accogliente e
riparato Porto San Vito e il problema è risolto. Ora il punto è, ma
in Porto San Vito staziona gratuitamente o a pagamento? Beh verrebbe
da pensare che tra fratelli ci si aiuta, almeno io con mia sorella
faccio così, ma siccome la zattera è di proprietà della GIT io
sulla gratuità del servizio non ci metto la mano sul fuoco. Invito
già da ora l'amico Alessandro Lovato, presidente della
GIT, per una questione di trasparenza ma soprattutto di dimostrazione
di buona gestione di una società di fatto “pubblica”, cioè dei
contribuenti, a toglierci questo fastidioso dubbio.
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