Se
qualcuno si aspettava, da parte mia, la classica vagonata di guano
contro l'amministrazione locale purtroppo resterà deluso. Di certo
non c'è bisogno di parlare del ponte per dimostrare l'inadeguatezza
e le contraddizioni dei “civici”, argomento sul quale hanno avuto
un ruolo marginale e comunque, per quello che mi riguarda, positivo.
Se si è evitato di passare la prossima stagione con i lavori in
corso e la strada interrotta lo dobbiamo al lavoro silenzioso ma
professionale dell'assessore ai lavori pubblici ing. Fabio Fabris.
Nulla di strano, è ingegnere per cui sa di cosa si parla, si è
interfacciato con i tecnici di FVG Strade in maniera pragmatica e ha
salvato il salvabile, cosa che a Grado non è da sottovalutare. C'è
da chiedersi invece che ci faccia uno così in una giunta di
inadeguati come quella di Raugna, praticamente peggio di un cane in
chiesa.
Sulla
questione del ponte va fatta una riflessione più ampia a cominciare
dal perchè si è arrivati a una soluzione raffazzonata come questa.
A mio avviso la prima causa è la poca autorevolezza di cui gode la
classe politica gradese a livello regionale, se a Trieste ci
considerano meno di Ravascletto c'è un motivo. Altro elemento è
l'incapacità progettuale ventennale (minimo). Come è possibile che
il nostro Piano Regolatore individui a est del ponte il 70% dell'area
totale destinata alla nautica e non ci siano azioni “ufficiali”,
non chiacchere da osteria, per la riprogettazione del ponte con un
altezza adeguata al passaggio delle barche? La ristrutturazione del
ponte, purtroppo, nasce in maniera assolutamente casuale per porre
rimedio alla naturale usura del girevole. I Gradesi sono venuti a
conoscenza dell'attuale progetto praticamente a cose fatte. Chiaro
che la discontinuità amministrativa ha giocato un ruolo
importantissimo, ben due giunte sono naufragate con l'arrivo di un
commissario. Lo vediamo anche su un altro importante argomento come
le nuove terme. Questi avvenimenti purtroppo si pagano cari e poi
non ci si deve meravigliare se le cose succedono sopra le nostre
teste. In tempi utili io feci presente al Commissario dell'epoca
Claudio Kovatsch che sul ponte c'era la necessità di una discussione
più ampia, devo dire che un minimo di interessamento l'aveva
dimostrato, non si può pretendere però che un commissario affronti
certi problemi con lo stesso entusiasmo e tenacia di un sindaco,
rappresentante della città non solo dal punto di vista istituzionale
ma soprattutto da quello affettivo, di stretto legame con il
territorio e i concittadini. Altra figura istituzionale che avrebbe
potuto farsi carico dei problemi del ponte era il nostro Consigliere
Regionale Alessio Gratton ma “non pervenuto”. Sull'utilità per
Grado di un consigliere così, mi sono già espresso più volte e
l'ho paragonata a quella di un ombrello di rete, per non usare altri
esempi più divertenti ma troppo coloriti.
Il
bello della nostra isola è che da un argomento importante per tutta
la comunità si innescano discussioni parallele su argomenti che
spaziano dal nostalgico al patetico. Cè chi vorrebbe continuare a
chiamarlo Ponte Littorio, io sono fra questi ma non per nostalgia
politica, tutt'altro, solo perché sono contrario al revisionismo
storico. Sono un antifascista e anticomunista convinto. Mio nonno ha
passato qualche guaio in epoca fascista perchè aveva l'abitudine di
dire e scrivere ciò che pensava, dev'essere un vizietto di
famiglia... Poi se penso che qualche bimbominkia si è attapirato nel
sentirlo chiamare Ponte Littorio mi diverto ancora di più.
Dopo
tutte queste elucubrazioni un dubbio mi assale. Siamo sicuri che i
ritardi non siano dovuti alla presa di coscienza da parte dei
progettisti che le pile del ponte non sono così in buona salute come
ci hanno raccontato? Se così fosse il lavori si protrarrebbero per
molto più tempo del previsto. I costi lieviterebbero in maniera
importante. Però essendo il girevole già eseguito ci ritroveremmo
un ponte comunque “vecchio” ma costato come uno nuovo.
Grazie
Santoro, grazie Serracchiani, grazie Gratton, grazie SEL e PD.
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