Sindaco
e vice hanno indetto una riunione martedì 5 giugno alle ore 14.00
per parlare del regolamento dell'occupazione del suolo pubblico. La
cosa sorprendente è che oltre alle rappresentanze delle associazioni
di categoria, Ascom e Amo Grado, è stata invitata una rappresentanza
di commercianti bengalesi.
Ora
una domanda sorge “spontanea”: in tema di commercio quali
maggiori diritti hanno i commercianti provenienti dal Bangladesh
rispetto ad austriaci, tedeschi, istriani, turchi o terroni?
Soprattutto terroni visto che ormai sono stati omologati anche dalla
Lega di Salvini. Ahahahah.
I
CWC hanno istituito una categoria di commercianti privilegiata della quale non se ne sentiva l'esigenza. Commercianti sono commercianti, se si
vuole discriminare potremmo farlo tra quelli che pagano le tasse e
chi no, tra quelli che pagano regolarmente i contributi ai dipendenti
e chi no e avanti così.
Se
dei commercianti hanno diritto ad essere presenti a discussioni che
riguardano regolamenti di occupazione del suolo pubblico in virtù di
una questione etnica mi sembra un idea a dir poco originale...
Potremmo
anche disquisire se il tipo di negozi proposti da questi
extracomunitari siano o meno un valore aggiunto all'offerta
turistica. Potremmo anche chiederci come mai nel paese di provenienza
dei nostri turisti più affezionati, mi riferisco alla vicina
Austria, questi negozi non prolificano come a Grado. Insomma le
domande da porci sono molte ma la madre di tutte le domande è la
seguente: siamo sicuri che questi innocui commercianti
extracomunitari non siano stati coinvolti da qualche furbacchione
locale che mascherato dietro una delle associazioni presenti alla
riunione li stia usando a proprio unico vantaggio come cavallo di
Troia?
Beh
è inutile nascondersi dietro un dito, il problema è il numero di
carrelli che in base al nuovo regolamento potranno occupare il suolo
pubblico. Allora, quale strumento migliore ci potrebbe essere al
coinvolgimento di questa moltitudine di negozianti dai variopinti
carrelli per poter mantenere il proprio souk marocchino nel centro di
Grado.
Secondo
me gli sprovveduti amministratori locali sono caduti in una banale
trappola. Ispirati “dall'accoglienza...” e dal vogliamoci bene si
sono resi strumenti inconsci di un tentativo di mantenero lo status
quo.
In
questi giorni sui social network spopolano gli Amarcord su quanto
bello era Grado una volta, la piscina Italia, il viale principale, i
vecchi alberghi e via così. Beh una volta a parte qualche carrellino
con le cartoline, uccise dai selfie, e i classici salvagenti a forma
di ochetta, c'era un certo ordine e decoro. Ora certe vie sono state
trasformate in souk marocchini con ciarpame esposto in ogni dove e di
quello che era la perla dell'Adriatico rimane solo un ricordo.
Tornando
ai nostri amministratori, auguro loro di riprendersi prima possibile
da questo scivolone e che realizzino prima possibile quanto promesso,
sia quando erano all'opposizione e sia in campagna elettorale, per
quanto riguarda la regolamentazione dell'utilizzo del suolo pubblico.
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