Ci
sono voluti sette anni ma finalmente l'hanno capita.
Mi
riferisco all'istituzione della tassa di soggiorno. Quando da
candidato sindaco iniziai a parlare di tassa di soggiorno, come
strumento per reperire i fondi necessari per una promozione turistica
adeguata ai nostri tempi, apriti cielo... ci fu una levata di scudi
da parte di importanti albergatori che non ne volevano sentire parlare, qualche solone la definì la morte del turismo gradese. Per
fortuna quel solone è tornato a fare il suo mestiere e non fa più
l'albergatore, quantomeno a Grado. Ora, da quel che leggo su Il
Piccolo, passata la paura dell'impatto sul turista, verificatasi
essere pari a zero, ci si preoccupa giustamente di come verranno
impiegate queste risorse. Preoccupazione legittima considerata
l'inadeguatezza di chi amministra il nostro Comune.
Certo
che sette anni, per rendersi conto che quello che succedeva in tutta
Italia sarebbe stato utile anche a Grado, non sono pochi. D'altronde
finita l'epoca AustroUngarica le scelte sono sempre state
caratterizzate più dai no che dai si e così facendo si è arrivati
alla situazione attuale.
Immaginate
se sette anni fa, invece di tenere una posizione da barricaderi
contro la famigerata tassa, gli operatori turistici si fossero messi
intorno a un tavolo con gli amministratori pubblici e avessero
iniziato un percorso comune di progettazione e programmazione di
quegli interventi che la tassa avrebbe consentito, ora saremmo in
piena fase operativa invece di stare qui a preoccuparci di cosa
succederà domani...
Purtroppo
la chiusura mentale alle novità caratterizza spesso la nostra isola
e più di una volta
l'ho
subita sulla mia pelle.
La
bellezza di ventitre anni fa io e il sindaco di allora Salvini
(Giangi non Matteo) decidemmo di sperimentare la chiusura al traffico
serale di p.zza Duca d'Aosta dalle 20.00 allo 22.30, per evitare che
gli avventori dei ristoranti e dei bar della zona cenassero con gli
scarichi delle automobili a pochi metri da loro. Anche in quel caso i
ristoratori inveirono contro di noi sostenendo che l'assenza delle
automobili li avrebbe danneggiati. Poi giustamente si è arrivati
alla chiusura definitiva del traffico e tutta la piazza è rinata.
Sarebbe immaginabile la riapertura? Certamente NO.
Stesso
discorso quando istituimmo i parcheggi a pagamento con relativo
abbonamento per i residenti. Se i residenti con l'abbonamento oggi
riescono abbastanza agevolmente a parcheggiare l'automobile vicino a
casa è grazie a scelte che all'epoca sono state osteggiate da molti.
Piccole scelte impopolari ma che qualcuno ha avuto il coraggio di
prendere ed altri NO.
Purtroppo
se invece di opporsi alle novità per partito preso se ne discutesse
costruttivamente, ora non saremmo qui a chiederci come mai Grado con
una storia secolare di turismo, oggi è meno conosciuta di Bibione.
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