sabato 10 dicembre 2016

USI CIVICI TRA UTILITA' E ALIBI

Sconsiglio fin da subito di perdere tempo per leggere queste mie righe a chi non avesse a cuore le sorti della nostra laguna. Purtroppo l'argomento è parecchio ostico e spesso controverso.
Poche sere fa ho assistito ad un incontro pubblico organizzato dal nostro Sindaco sul tema degli usi civici e la nostra laguna.
Non starò qui a spiegare cosa sia il diritto d'uso civico, chi fosse interessato lo può approfondire grazie a internet a cominciare da qui. Quello che cercherò di fare invece sono alcuni distinguo rispetto quanto detto in quella riunione.
Per prima cosa chiariamo che l'uso civico è un diritto sancito per legge e poterlo esercitare non dipende dalla bravura o meno di un sindaco. L'uso civico è nostro in quanto cittadini residenti in un territorio gravato da tale vincolo. Altra cosa fondamentale da chiarire è la diversa situazione tra aree pubbliche ed aree private. L'uso civico non è qualcosa di inviolabile ed eterno: la legge n. 1766 del 1927 ha chiarito molti aspetti riguardanti questo istituto e nello stesso tempo ha creato la figura del “Commissario Liquidatore del Diritto d'Uso Civico”. Questo vuol dire che se un privato o un amministrazione pubblica vuole eliminare questo vincolo, può rivolgersi al Commissario Liquidatore e far quantificare l'importo da versare alla collettività per svincolare l'area.
Molte volte su questo aspetto è stata fatta ad arte una grandissima confusione per scopi politici più o meno leciti.
L'uso civico è uno “strumento” e come con tutti gli strumenti si ottengono risultati opposti a seconda che vengano usati bene o che vengano utilizzati male. Che il nostro sindaco non ne mastichi molto di questo argomento non lo dico io ma l'hanno detto ben due gradi di giudizio, mi riferisco al TAR e al Consiglio di Stato: in entrambi i casi gli è stato rigettato il ricorso  da lui presentato riguardante il progetto delle nuove terme. Ricordo che quel ricorso, giusto o sbagliato che fosse, rallentò l'iter di oltre due anni. Da quello che ho sentito l'altra sera non credo che aver provato sulla propria pelle, ma sopratutto sulle proprie tasche, il maldestro utilizzo di tale strumento, abbia giovato a qualcosa.
Ferma restando l'utilità per i cittadini gradesi di poter far valere il proprio diritto sul territorio lagunare, gli interventi urgenti da porre a salvaguardia di un territorio così delicato prescindono dagli usi civici. Mi spiego meglio: porre fine all'anarchia in cui vige da un lato la nostra laguna e stabilire regole coerenti di rispetto e fruizione dell'ambiente dall'altro è una necessità anche se gli usi civici non esistessero.
Che il Regolamento per la Concessione di Mote e Casoni sia da aggiornare è fuori discussione ma questo non dev'essere un alibi per non farlo rispettare nelle parti a tutela della collettività. Ci sono innumerevoli casi di mote e casoni in stato di abbandono o di utilizzo indecoroso e alle volte anche fraudolento che non hanno bisogno di nuovi regolamenti o usi civici per intervenire, violano già quello attuale. Lo stesso discorso vale per le scorribande a tutta velocità nelle domeniche estive: se si vuole vi si può porre fine fin da subito.
La mia preoccupazione è che per problemi facilmente risolvibili ma che richiedono fermezza e autorità, cose sconosciute all'attuale giunta, ci si aspetti da commissioni, tavoli operativi e gestioni separate un mantello per nascondere la propria inadeguatezza.
Cominciare una sperimentazione applicando un regolamento, già collaudato come quello della laguna di Venezia, per qualche anno potrebbe essere già un buon inizio.
Per quanto riguarda la ventilata alleanza con Marano Lagunare in difesa della laguna, il nostro sindaco si è “dimenticato”, o forse non lo sa, che la nostra laguna ha un regime giuridico completamente diverso da quello della laguna di Marano: mentre la laguna di Marano è demaniale, la nostra è intavolata (di proprietà) a nome del Comune di Grado. Ben vengano collaborazioni, ma la nostra situazione giuridica è di gran lunga più garantista di quella dei nostri vicini. Sicuramente un ringraziamento oltre che al Doge Francesco Foscari che istituì l'uso civico, va fatto all'Impero Austro Ungarico che intavolò a nome del Comune l'intero territorio gradese. Poi purtroppo il Comune non sempre ne fece buon uso, ma questa è un'altra storia.


1 commento:

  1. Mi sorprende e mi dispiace non leggere alcun commento. Paura di esporsi? Scarso interesse? classico menefreghismo, oppure è un modo come un altro per ripetere "quieta non movere" di fronte ai problemi presunti di impossibile soluzione o giù di li? Certamente a qualcuno può dar fastidio anzi ti etichetta con il classico "cicola elo, ma cu i par de esse?", chissà che interessi personali vuoi ricavare dalla comunità a volte distratta oserei per abitudine ad accettare delle soluzioni, "specchietto per le allodole" come ho sentito dire che gli aspetti civilistici e del tavolare sono poco noti riducendo ogni discussione al mero dragaggio delle cavane. A me sembra che le idee siano poche e ben confuse. Ma come facciamo a gestire il bene prezioso della laguna se non affrontiamo il problema alla radice? Oggi parlando con amici, provocandoli bonariamente ho detto loro: ma perchè criticate le istituzioni, Voi che siete nativi de "cason", unitevi e portate le istanze ai diversi gradi di autorità? Fate valere le vostre belle discussioni, che poi, fattasi l'ora del pranzo i discorsi cadono sul selciato e li rimangono. Risposta: "noltri a ciamà i foresti che vien a comandane? Xe ili che i deve vignì qua de noltri" Chiedo: ma allora è un argomento per pochi? Fai bene Enzo a rimandare gli insipienti alla ricerca su internet, aiutati, cos'è l'uso civico. Credo che neanche scomodare scienza ed esoterismo servono di fronte a una comunità che non tenta di volare alto col pensiero e con l'azione, non avverte la grandezza e la necessità di superare l'individualismo. La laguna, i dossi de l'oro o banco d'Orio le difese a mare tra i tanti ritardi che si sono accumulati non si possono ancora ad accumulare altri, quando simo protagonisti della ostar storia. BISOGNA fare e farle bene le cose che salvano la nostra comunità, la notra genie.
    Caro Enzo, non lo so se il commento rimarrà orfano, non so se questo commento sia più o meno pertinente, scrivo poco ed esco di rado, ma non abbandoniamo i sacri principi del vivere la società e la comunità gradese. Contina e continuiamo.
    Nevio

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