sabato 9 giugno 2012


Dove stiamo andando?
E’ passato un anno da quando Grado ha una nuova amministrazione e fare una riflessione su come sta andando l’economia gradese è utile e salutare. Ultimamente pare che l’unica cosa che interessa ai protagonisti della politica gradese siano le questioni edilizie e in particolar modo quelle giudiziarie. Seppur importanti non ritengo siano argomenti che possano modificare l’andamento economico del paese nei prossimi anni, semmai peggiorarlo. Sono convinto che solo un serio progetto di rilancio dell’immagine ammuffita di questa località turistica potrà contribuire a risollevarne le sorti. Dopo un anno il Consiglio Comunale, dalla maggioranza all’opposizione, dovrebbe farsi una semplice domanda: “cosa stiamo facendo in questo momento perché le cose il prossimo anno siano migliori?” Non saranno certo le indagini dei magistrati o le varianti al piano regolatore a portare a Grado i turisti che ora scelgono altre destinazioni per le loro vacanze.  Lasciamo che di queste cose se ne occupino altri, la popolazione non ci ha votati per fare gli sceriffi ma per migliorare il paese e l’unica strada è il turismo.  Cominciamo a discutere di come trovare le risorse e come investirle per un indispensabile riposizionamento dell’offerta turistica. Troppo facile lamentarsi che le risorse messe a disposizione della regione non sono sufficienti e poi criticare sistemi di autofinanziamento messi in atto dai maggiori comuni turistici in Italia e in Europa. Che le risorse finanziarie siano indispensabili per qualsiasi iniziativa credo che ormai lo sappiano tutti. Io tempo fa feci una proposta che suscitò grandi polemiche, probabilmente non era una soluzione perfetta ma da un anno a questa parte non ho sentito una proposta che sia una sull’argomento. Solo vecchi slogan e piagnistei, oltre alle solite lotte intestine tra operatori, l’unica cosa che è cambiata è che prima avvenivano in Promhotel e ora avvengono in Consorzio Grado Turismo. La domanda di cui sopra vale anche per  tutti gli  operatori turistici, ovviamente.

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