lunedì 10 novembre 2014

DIMMI CON CHI VAI E TI DIRO' CHI SEI


Questa mattina ho partecipato in qualità di Consigliere Comunale alla presentazione della Legge di Riordino degli Enti Locali del Friuli Venezia Giulia. Un tema epocale per la nostra regione ma soprattutto per Grado che da sempre ha recriminato una posizione emarginata all’interno della provincia di appartenenza. Quante volte abbiamo sentito dire: “ah se fossimo sotto la provincia di Udine come Lignano le cose sarebbero diverse”?  Ora si presenta per Grado la grande occasione per essere protagonista di  questa riforma e scegliere l’area di appartenenza più congeniale al proprio status. Io personalmente mi auspico che in qualche modo venga introdotto un criterio per riconoscere la specificità dei comuni turistici regionali. E’  ovvio che se all’interno di un ambito omogeneo  insisterà un comune turistico, proprio tanto omogeneo non sarà,  di conseguenza la nuova legge dovrà tenerne conto, si spera. Grado a breve sarà chiamato a decidere il proprio futuro. Scelta non da poco se consideriamo che il peso di Grado  all’interno di un ambito piuttosto che un altro non sarà lo stesso. Ci saranno in compenso una serie di possibilità riguardo   sinergie e progettualità che se ben calibrate potranno fare un salto di qualità in termini di efficienza amministrativa.

Veniamo al nocciolo della questione. Grado sia geograficamente che logisticamente dovrà scegliere tra l’area aquileiese, che storicamente e turisticamente la vede legata da sempre, o quella monfalconese con la  quale sinceramente non mi sembra che abbia molto da condividere.  E’ proprio su questo terreno che si gioca la partita politica perché attualmente le segreterie politiche si identificano territorialmente con la provincia di Gorizia, di conseguenza perdere Grado per i partiti provinciali non è ammissibile. Ma per Grado perdere i partiti provinciali che si ricordano dell’isola solo per la Madonna di Barbana e un mese prima delle elezioni, rappresenta un problema? Direi di no! A  livello di segreterie locali  il pericolo è reale,  vista la storica sudditanza dei partiti nei confronti delle autorità sovraordinate. Non mi meraviglierebbe che ci fosse la parata delle mezze calzette provinciali a convincere i gradesi che andare con l’area di Monfalcone è l’unica cosa giusta da fare.  Il “diversamente decisionista” Sindaco Maricchio ha trovato il modo, secondo lui, di pararsi il culo da questa inevitabile scelta con una mirabolante idea, proponendo  una terza via: Grado con il Collio goriziano. Forse ha confuso la legge di  riordino degli Enti Locali con la manifestazione Cantine Aperte.  Capisco che tutti i progetti fantasticati durante le “cene”  fatte nel “suo tempo libero” potrebbero dissolversi come neve al sole ma riuscire a trovare un omogeneità territoriale per unire sotto un unico ambito Grado, Romans, Gorizia, Cormons e Giassico  credo si possa tranquillamente definire “FANTAPOLITICA”.  Aldilà di tutti questi ragionamenti il luogo ideale per discutere di questa epocale scelta dovrebbe essere il Consiglio Comunale e non le “cene durante il tempo libero”.  Sarebbe stato sicuramente utile anche ai consiglieri di maggioranza e agli assessori partecipare alla riunione odierna, avrebbero evitato in caso di discussione su questo argomento di dire “GU”.  Spero solo che la discussione in oggetto non approdi in Consiglio Comunate troppo tardi e che eventuali suggerimenti alla Regione giungano a cose fatte.

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