martedì 22 gennaio 2019

LA LAGUNA E LA SPIAGGIA NON SI TOCCANO


Da anni va avanti una querelle tra Comune di Grado e Agenzia del Demanio sulla titolarità della Laguna, della spiaggia della Costa Azzurra e del mare antistante. Una anomalia quella di Grado rispetto alla legislazione italiana riguardo il Demanio. Certo, ma una anomalia alla quale noi gradesi ci teniamo tantissimo. Questioni storiche, culturali e anche patrimoniali che non vogliamo e non dobbiamo assolutamente perdere.
Sarebbe legittimo chiedersi perchè tanto spreco di energie e risorse finanziarie per un bene che comunque resta pubblico. In effetti l'Agenzia del Demanio potrebbe tranquillamente rivolgere i suoi sforzi in cose più utili, ma sta di fatto che innumerevoli volte il Comune di Grado ha dovuto difendersi per rimarcare la “proprietà” della laguna e della spiaggia.
La cosa non ha altre spiegazioni se non il fatto che per l'apparato burocratico statale e centralista questa anomalia è una spina nel fianco che ha origini lontane. Non tanto lontane come per gli Usi Civici che risalgono alla Repubblica di Venezia ma al periodo in cui le nostre terre appartenevano all'impero Austro-Ungarico. Precisamente nel 1987 la “legge Tavolare” regolò la materia.
Praticamente il diritto di proprietà e gli altri diritti reali sui beni immobili non si acquistano per atto tra vivi se non con l'iscrizione nel libro fondiario (Tavolare).
Questa operazione, detta "intavolazione", è il vero atto traslativo, ed è quindi presupposto di efficacia, anche fra le parti, del trasferimento o della costituzione del diritto reale. Fatto sta che la proprietà della laguna e della spiaggia in capo al Comune di Grado è dimostrata dal Tavolare.
    Ma la domanda sorge spontanea: cosa vuole allora l'Agenzia del Demanio se la cosa è così semplice? L'Agenzia non riconosce lo status “privilegiato” del Comune di Grado perchè per il diritto Italiano queste aree “sarebbero” demaniali.
    C'è un elemento importantissimo che non va dimenticato, Grado prima del 1918 faceva parte “orgogliosamente” dell'Impero Austro-Ungarico. Fu dopo il Trattato di San Germano del 1919 che Grado passò sotto il dominio Italiano. In quel trattato però i lungimiranti Austro-Ungarici pretesero che tutte le concessioni fatte ai territori oggetto del Trattato fossero riconosciute dall'Italia, e così fu anche per il Tavolare e relative proprietà.
    Di conseguenza se all'Agenzia del Demanio disturba tanto “l'anomalia” giuridica di Grado, nulla gli vieta di chiedere una revisione del Trattato di San Germano. Sento già le pernacchie da parte dei rappresentanti gli stati che lo firmarono.
    Poi potremmo parlare anche di un'altra anomalia giuridica: la spiaggia della GIT. Anche quello, a mio avviso in maniera diversa, si è trattato di un “furto” da parte dello Stato Italiano nei confronti della Comunità Gradese (era il 1929)ma qui la faremmo troppo lunga.


Nessun commento:

Posta un commento