giovedì 19 marzo 2015

LA "RIFORMA" UN'OCCASIONE SPRECATA

legge regionale 12 dicembre 2014, n. 26 “Riordino del sistema Regione-Autonomie locali nel Friuli Venezia Giulia. Ordinamento delle Unioni territoriali intercomunali e riallocazione di funzioni amministrative”
Con la riforma degli enti locali si è sprecata una grande occasione per rendere giustizia ai comuni turistici del Friuli Venezia Giulia.  Se pur apprezzabili i motivi che hanno spinto l’attuale Giunta Regionale a porre mano all’organizzazione degli enti locali non  riesco a capire il perché di costringere i comuni turistici come Grado, Lignano, Tarvisio e altri a unirsi a comuni limitrofi che non hanno nulla a che vedere con le esigenze e le problematiche di un comune turistico.  Da anni sostengo che Grado insieme agli altri comuni turistici deve battersi per un riconoscimento giuridico ma soprattutto economico del proprio status. Ora La Regione, in direzione opposta, prevede un taglio del 30% dei conferimenti  per quei comuni che decidono di non unirsi ai comuni limitrofi e scelgano la via di rimanere  autonomi.  Tutto questo è assurdo se pensiamo che in termini di PIL Grado rappresenta oltre il 20% del totale della provincia di Gorizia. In pratica invece di dotare un comune turistico di risorse maggiori perché possa continuare a produrre ed investire lo si penalizza tagliando le risorse. Per fare un parallelo con l’agricoltura è come se in un frutteto andassimo a eliminare il fertilizzante proprio agli alberi che producono più frutti.  A dire la verità un timido tentativo di riconoscere uno status privilegiato ai comuni turistici è stato fatto. Grazie ad un emendamento presentato dal nostro (in senso Gradese e non di partito) Consigliere Regionale Alessio Gratton, Grado dovrebbe godere di un voto in più nel caso scegliesse di far parte di un ambito territoriale con i comuni limitrofi. Questo è sicuramente apprezzabile ma rimane distante dall’esigenza  di maggiori entrate e di totale autonomia che ha un comune turistico.  E’ oltremodo triste che la tanto sbandierata vocazione turistica del Friuli Venezia Giulia non trovi riscontro nelle politiche regionali,   in maniera estremamente miope continuano a trattare il settore turistico come fanalino di coda delle attività produttive. Cito solo brevemente il disinteresse della Regione e purtroppo anche del nostro sindaco sulla fallimentare gestione della GIT.  Di inadeguatezza e non di disinteresse si deve parlare invece dell’operato del nostro sindaco riguardo il riordino degli enti locali.  La non disponibilità ad un confronto pubblico su un tema così importante  non è sufficiente a nascondere la sua inadeguatezza, la sua mancanza di progettualità e la sua mancanza visione per il futuro della nostra isola.

Concludendo, se mi dovessi trovare in Consiglio Comunale a scegliere a quale ambito di comuni limitrofi dovrebbe appartenere Grado, con una pistola alla tempia sceglierei ovviamente la bassa friulana con Aquileia e gli altri comuni. Grado ha legami storici e culturali da più di mille anni con Aquileia e ormai da molti decenni anche turistici. Non va dimenticato che il legame con Aquileia va anche oltre le questioni istituzionali visto che più di un migliaio di gradesi vive ormai da anni in quel di Aquileia. Inventarsi legami con l’isontino paventando perdite di contributi o disservizi per le forniture di rete credo sia demagogia di qualche politico sfigato che pensa che senza i voti di Grado potrebbe perdere i l proprio scranno dorato.

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